ARTROSCOPIA SPALLA
L’artroscopia consente la diagnosi e il trattamento di diverse patologie e lesioni che coinvolgono l’articolazione della spalla, riducendo al minimo l’impatto sui tessuti circostanti, il dolore post-operatorio ed i tempi di recupero.
Le patologie più frequentemente trattate con l’artroscopia di spalla sono le lesioni alla cuffia dei rotatori e l’instabilità di spalla (lussazione abituale o recidivante).
LESIONE CUFFICA DEI ROTATORI
La cuffia dei rotatori è un complesso formato da 4 tendini (sovraspinoso, sottoscapolare, infraspinato e piccolo rotondo) che avvolgono a manicotto la testa dell’omero consentendo alla spalla di muoversi. I tendini posso andare incontro a lesioni a seguito di eventi traumatici o più frequentemente a causa della degenerazione dovuta all’usura e all’invecchiamento.
L’intervento in artroscopia consiste nel fissare nuovamente il tendine alla testa dell’omero mediante l’utilizzo di viti o ancore con fili che vengono passati nel tendine per la sua fissazione nella sede originaria.
Lo scopo dell’intervento è quello di eliminare il dolore, riprendere il completo movimento e di ripristinare un corretto equilibrio dell’articolazione della spalla.
LESIONE SLAP
La “SLAP lesion” (Superior Labral tear from Anterior to Posterior) è una lesione della parte superiore del labbro glenoideo, una importante struttura deputata fondamentalmente alla stabilità della spalla.
Questa lesione coinvolge il punto in cui il tendine del capo lungo del bicipite si collega al labbro glenoideo. Le lesioni SLAP, colpiscono principalmente gli sportivi che praticano sport da lancio come pallavolo o tennis o sport con movimenti ripetitivi sopra la testa e possono verificarsi a seguito di traumi acuti, lussazioni, sollevamento pesi ecc. I sintomi includono dolore nella parte anteriore della spalla, nel movimento di elevazione o extrarotatorio.
L’intervento in artroscopia permette di fissare nuovamente il labbro glenoideo o all’osso, contribuendo a rispristinare la stabilità e la funzionalità della spalla.
INSTABILITà DI SPALLA
L’instabilità della spalla è spesso definita dalla percezione del paziente che la spalla non rimane saldamente nella sua posizione normale. Questo può manifestarsi come una sensazione di “spalla instabile” o “spalla che esce”. Questa percezione di instabilità può essere causata da diversi fattori, tra cui lesioni del cercine glenoideo o della capsula articolare, indebolimento muscolare, anomalie anatomiche o precedenti episodi di lussazione. Non tutte le lussazioni richiedono un intervento chirurgicoma se l’instabilità dovesse persistere, nonostante un adeguato trattamento fisioterapico/riabilitativo l’intervento chirurgico è la soluzione più efficace.
L’intervento artroscopico consiste nel posizionare al livello della glena 2 o più ancore con fili non riassorbibili con l’obiettivo di rifissare il cercine glenoideo nella sua posizione nativa e di ricreare la normale tensione capsulare, ripristinando la stabilità della spalla.
SINDROME DA IMPINGMENT
La sindrome da impingement subacromiale o conflitto subacromiale è una condizione infiammatoria che interessa la cuffia dei rotatori, cioè l’insieme dei quattro muscoli (sopraspinoso, sottospinoso, sottoscapolare, piccolo rotondo) e dei rispettivi tendini che concorrono al movimento della spalla e mantengono stabile l’articolazione tra scapola e l’omero. Normalmente, quando il braccio viene alzato oltre una certa angolazione, si verifica un restringimento dello spazio subacromiale fra la testa dell’omero e l’acromion (porzione dell’osso della scapola), dove la borsa subacromiale protegge lo scorrimento dei tendini della cuffia dei rotatori.
Nella sindrome da impingement, durante il movimento di sollevamento del braccio e nella fase di ritorno alla posizione iniziale, si viene a determinare una compressione del tendine del muscolo sovraspinoso, che genera dolore e difficoltà nei movimenti.
La causa principale della sindrome da impingement è lo squilibrio dei muscoli della cuffia dei rotatori, attività che prevedono il sollevamento ripetuto del braccio durante il giorno e sport che coinvolgono movimenti overhead come il nuoto o il tennis.
L’intervento, definito tecnicamente “acromionplastica”, prevede un aumento dello spazio tra acromion e testa omerale attraverso una minima resezione ossea in artroscopia dell’acromion, che permetta il passaggio dei tendini della cuffia dei rotatori senza più attrito con il ripristino della normale funzionalità della spalla.